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domenica 22 giugno 2008

L' arte di ascoltare


Come educatori siamo molto orientati a promuovere il parlato, a seguirne le regole, onde dare contributi ed assumere punti di vista e tanto altro ancora ... C'è qualcosa che ci sfugge però... Ce ne dovremmo acorgere quando gli alunni chiedono la parola mentre l' insegnante o un altro alunno sta parlando.

E' evidente che quando ciò accade l' alunno che chiede la parola non sta minimamente ascoltando. E allora ci si dice : "qui qualcosa non torna. Ho saltato un passaggio. Prima di imparare a intervenire è opportuno imparare ad ascoltare."
Mentre ti proponi di formulare strategie di ascolto, ti capita tra le mani un testo che, ahimé, non conoscevi o non ricordavi affatto: "L' arte di ascoltare" di Plutarco.


"I bravi educatori rendono sensibili alle parole le orecchie dei ragazzi insegnando loro non a parlare molto ma ad ascoltare molto ... . E la natura, si dice, ha dato a ciascuno di noidue orecchie ma una lingua sola perché siamo tenuti ad ascoltare più che a parlare."

Il silenzio, dunque, è ornamento sicuro per un giovane in ogni circostanza, ma lo è in modo particolare quando, ascoltando un altro, evita di agitarsi o di abbaiare a ogni sua affermazione, e anche se il discorso non gli è gradito pazienta e attende che chi sta dissertandosia arrivato alla conclusione; e non appena quello ha finito, si guarda dall' investirlo di obiezioni, ma ... lascia passare un po' di tempo per consentire all' altro di apportare eventuali integrazioni o di rettificare e sopprimere qualche passaggio"

Plutarco - L' arte di ascoltare

sabato 14 giugno 2008

Parigi - una minivacanza ...



http://www.pere-lachaise.com/

- Mamma, cominciamo a trovare tre o quattro giorni per una minivacanza insieme ... a Parigi ... io e te e bbasta ... Senza Alessia,( l' altra figlia), senza Dennis ( tuo figlio tanto non fa testo, lui sta bene solo a Pescara come papà ... ) senza Roberta, ( la sua ragazza ).
Prima tappa "Il cimitero degli artisti", senza che nessuno si rompe le scatole ad aspettarci, poi "Notre Dame", "Montmartre", la Senna, e poi il Museo Dorcet per la gioia del nostro Van Gogh. E poi... basta ... ti dispiace troppo sacrificare Versaille e il Louvre?
Te la senti di macinare Kilometri a piedi, di andare in metro, di dormire negli ostelli senza arricciare il naso?

EEEEHHHH!!!!! Un Invito a nozze!!!

Auguro a tutte le mamme di provare questa gioia. L' amicizia con i figli è il massimo per un genitore...
Con Cristian ho avuto empre un feeling particolare ... praticamente identici: stessa faccia, stessi gusti, stesse passioni, stesse sensibilità, stessi difetti ... essì .... questo ha creato intensi problemi conflittuali per tutto l' arco adolescenziale.
Ben sette anni di incomprensione e di contestazione: il classico figlio ribelle insomma.
Proprio lui, anzi, solo lui!
Quello che è sempre stato il più legato a me, da quando è nato ... Ma poi, un ritorno gradito e inaspettato a 17 anni: Mà, mi aiuti?... Una delusione amorosa ... Meno male che decise di confidarsi ...

Qualche flasch:
- Mamma, io mi sposo con te da grande - Mamma, tu non devi mai invecchiare e mai morire (4 anni) sennò mi devi portare con te - Mamma, quando io sono grande ti porto a Parigi con me!

messaggi sotto il cuscino

- Ho disubbidito
e vola un bacio della mamma!

- Ho bisticciato
e vola un bacio della mamma!

- Ho rotto il soprammobile bello
e vola un bacio della mamma!

Ho giocato con l' acqua in bagno
e vola un bacio della mamma!

Mamma, tu mi perdoni sempre.... (7 anni)

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Mamma, sei tu che mi svegli al mattino,

sei tu che mi rimbocchi le coperte alla sera,

sei tu che mi guarisci se sono malato,

sei tu che mi dai la mano quando non so andare,

vicino a te non ho paura,

mamma .... cosa sarei senza di te? (8 anni)

Con affetto il tuo Cristian.



mercoledì 11 giugno 2008

Le seadas o sebadas

Splendidi dolci sardi.

Stasera era destinata ad essere una di quelle serate in cui parlo da sola, per digerire un boccone amaro e pesante scaraventato nello stomaco in modo totalmente imprevedibile e ... bho ... mi verrebbe da dire con cattiveria, con follia, ma non ci sono paragoni che tengano: dico semplicemente in modo indefinibile e incomprensibile, perché tale è stato nel vero senso della parola.

Tralascio i dettagli. Dico solo che stavolta ho preso coscienza del valore della mia persona. Un po' di immodestia ci vuole ogni tanto ... L' ispettore Petracca in altri contesti ebbe a dire: " Ci si valuta nell' intersoggettività". Non banalizzo un' asserzione legata al pilotaggio del sistema d' istruzione, ma, caro stimatissimo Ispettore mi permetto di decontestualizzarla e ricontestualizzarla. E sinceramente ora apprezzo e comprendo ancora di più quella frase.

Ma basta con le elucubrazioni, vivaddio! Concentriamoci invece su questa bella e insolita immagine culinaria, almeno per un' abruzzese!
Una seada sarda. Una vera finezza e delizia! Ci ha pensato lei a spazzarmi via l' adrenalina favorendo fiotti di benefica serotonina ...
I miei figli hanno imparato a socializzare le loro vacanze soprattutto con un pezzo di cultura veicolato da piatti tipici.
Queste seadas vengono dalla Sardegna .
Il sapore della pasta mi ricorda quella della cicerchiata o dei nostri fritti natalizi.
Si tratta di due pezzi di pasta che a me è sembrata lievitata; essi racchiudono del formaggio filante delicatissimo. Questa specie di grosso raviolo va fritto in olio abbondante, (non si impregna per niente) quindi, ancora caldo, si appoggia su un piattino per dolci e si cosparge di miele filante. Si mangia con coltello e forchetta.
Nettare degli dei!! Veramente ... troppo bella e varia la vita, mai sprecarne un secondo ...

Cara seada, la digestione ha lievemente sofferto, considerata l' ora tarda della nostra cena e le tue dimensioni (altro che dolcetto...), ma hai avuto il merito di spiazzare l' altro boccone, fastidiosissimo e sconveniente :-)

P.S. Informazioni più approfondite si trovano su un sito dedicato.

Nel video, pure e semplici associazioni ...

mercoledì 4 giugno 2008

Ritrovo dopo più di 30 anni una compagna di scuola

... La miseria ... Mi pareva un viso conosciutissimo. Bho ... è una supplente che ogni tanto viene nella nostra scuola. Ho sempre avuto l' impressione di conoscerla già e forse anche lei ha la stessa impressione ... Ci limitiamo a sorriderci, ma dò per scontato che l' avrò incontrata nelle mie peripezie di supplente, di DOA, nei vari passaggi di ruolo, che so?!

Due mattine fa firmo il registro di ingresso, subito dopo di lei.
Alma D. A. ! Ecco perché mi sembrava un viso conosciuto. Sfido io! Eravamo nella stessa classe! La nostra classe era molto numerosa, più di 30 alunne, sinceramente facevamo parte di sottogruppi diversi io e Alma! "Ubicate" in posizioni spazialmente opposte: io e il mio gruppo vicino la finestra, lei e il suo, verso la porta. Capita in tutte le classi .... Oddio, la vado a cercare e le svelo la mia scoperta. Ridiamo divertite e perplesse. Ricordiamo i nostri insegnanti, le compagne ... Anche questo, mi pare più che ovvio ...

- Io di te ricordo l' interesse per l' esoterismo ...
- Oddio, come fai a ricordarlo?! Graziana, io di te ricordo il tuo modo di porti, sempre molto pacato. Perciò ho escluso sempre che potessi essere veramente tu, perché sei cambiata tantissimo. E non mi riferisco all' aspetto fisico ... Tu eri una ragazza dolcissima, ora sei diventata una donna energica! Dura e decisa! Una metamorfosi! Che ne potevo sapere che si può cambiare in modo così radicale ... Incredibile...

Alma mi fa riflettere, ripenso a lungo a quello che mi ha detto. Possibile che sono così cambiata? O invece sono stata sempre tale, ma ho soffocato la mia natura?!
Il mondo in verità è un grande teatro dove ognuno di noi recita la sua parte ...

domenica 1 giugno 2008

Ricordando Pietro Cascella

Il 18 maggio 2008 ci lasciava lo scultore Pietro Cascella, rampollo della famiglia di artisti pescarese (Basilio, Tommaso, Andrea...)

Nel 2004 fu intitolata a Basilio Cascella la scuola dell' Infanzia del Secondo Circolo di Pescara attualmente ubicata in Piazza Grue.
In quella occasione Pietro Cascella inviò questo messaggio ai piccoli alunni:

Carissimi bambini,

vorrei essere insieme a voi, ma purtroppo non mi è proprio possibile. Tuttavia vi mando un saluto affettuoso con queste poche parole.

Oggi comunque è una bellissima occasione dove la scuola che voi frequentate riceve il nome di mio nonno Basilio Cascella.
Avrei voluto parlarvi di lui, che è stato un grande pittore ed è stato anche il fondatore della nostra famiglia di artisti.

Adesso che anche io sono nonno, vi dico che mi siete cari, anzi carissimi, miei piccoli concittadini pescaresi, perché avete l' età dei miei nipotini ai quali voglio tanto bene.

Però vi prometto che la prossima volta che verrò a Pescara, ci incontreremo, così ci conosceremo di persona, e vi racconterò di come eravamo noi quella volta quando con il paniere per la merenda si andava all' 'asilo' delle monache, di quando in fila due per due, tenendoci per mano, si andava a vedere il mare. Il mare allora era solo, senza capanne.

Cari piccoli amici, anche voi con l' amore e il lavoro diventerete nonni.
Con questo augurio, saluto e vi mando un bacetto.

Dal vostro Pietro che ora è un nonno