Pubblico questo post in occasione del 26° anniversario della scomparsa di Audrey Hepburn: scritto un anno fa, ma rimasto in bozza perché gli impegni, il caos della vita ebbero la meglio.
Mi fu donato da Elettra del blog Ad Maiora che ringrazio ancora per avermi annoverata tra le prescelte. Mi accorgo, inoltre, che Mariella del blog Do re mi fa sol, libri e caffé ne è stata l'ideatrice, e, per ulteriore ragione mi concedo il piacere, sebbene in impensabile ritardo, di unirmi alla celebrazione del venticnquesimo dalla scomparsa, un anno dopo.
Mi piace soffermarmi su un aspetto della vita privata che rendono questa grande donna vicina alla normale quotidianità di ogni donna: il suo ricettario," macchiato, sfilacciato, ma con l'intenso profumo di torta di cioccolato, priva di farina, ma con una inverosimile quantità di burro e uova" che Haudrey era solita preparare personalmente per sottolineare ricorrenze, serenità, giorni di pace familiare.
Dalla biografia scritta da suo figlio emerge anche il profilo di una donna comune, capace di concepire lo stare in cucina non solo per preparare da mangiare ma anche per fortificare legami, per evocare ricordi, esaltare appartenenze.
Sono le parole del figlio Luca Dotti che nel libro "Audrey, mia madre" arricchisce l'immagine intramontabile dell'artista avvolta nel tubino nero, con la fresca immediatezza di chi armeggia in cucina. Semplicità ed eleganza, binomio inscindibile di questa intramontabile artista.
Mi fu donato da Elettra del blog Ad Maiora che ringrazio ancora per avermi annoverata tra le prescelte. Mi accorgo, inoltre, che Mariella del blog Do re mi fa sol, libri e caffé ne è stata l'ideatrice, e, per ulteriore ragione mi concedo il piacere, sebbene in impensabile ritardo, di unirmi alla celebrazione del venticnquesimo dalla scomparsa, un anno dopo.
Fiori di Haudrey Hepbourn-olio su tela-1969- proprietà di Sean Hepburn Ferrer
Mi piace soffermarmi su un aspetto della vita privata che rendono questa grande donna vicina alla normale quotidianità di ogni donna: il suo ricettario," macchiato, sfilacciato, ma con l'intenso profumo di torta di cioccolato, priva di farina, ma con una inverosimile quantità di burro e uova" che Haudrey era solita preparare personalmente per sottolineare ricorrenze, serenità, giorni di pace familiare.
Dalla biografia scritta da suo figlio emerge anche il profilo di una donna comune, capace di concepire lo stare in cucina non solo per preparare da mangiare ma anche per fortificare legami, per evocare ricordi, esaltare appartenenze.
Sono le parole del figlio Luca Dotti che nel libro "Audrey, mia madre" arricchisce l'immagine intramontabile dell'artista avvolta nel tubino nero, con la fresca immediatezza di chi armeggia in cucina. Semplicità ed eleganza, binomio inscindibile di questa intramontabile artista.