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lunedì 9 agosto 2010

X Agosto

















San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.


Ritornava una rondine al tetto :
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.


Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.


Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono ;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.


Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.


E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!

Giovanni Pascoli rievoca il triste giorno dell' assassinio del padre ed associa alle sue lacrime quelle del cielo che sembra partecipe del suo dolore con le stelle cadenti.

Siamo prossimi alla notte di San Lorenzo, la notte delle stelle, attesa con lo sguardo all' insù, aspettando speranzosi una stella cadente per esprimere un desiderio.

In realtà, la nostra orbita incrocia le meteore delle Perseidi che noi chiamiamo stelle cadenti.
L'immaginario popolare considera le stelle cadenti, le lacrime effuse da San Lorenzo durante il martirio, ancora vaganti per l' Universo che eccezionalmente si posano sulla terra una volta l' anno, in occasione della ricorrenza della sua morte per esaudire i nostri desideri.

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