Ieri sera, dopo una lunga chiacchierata, io e mia figlia, scivoliamo tra le braccia di Morfeo ... come spesso ci accade. Ci infiliamo nel letto matrimoniale e cominciamo a raccontarci, a riflettere; quando viene mio marito, che si attarda davanti alla televisione, lei piano piano va al letto suo...
Sto lì lì per sprofondare nel mio sonno senza sogni quando ...
Vedo mio padre che entra in casa, come era solito fare in vita; bonario e allegro mi si avvicina, mi tende le braccia per salutarmi...
Era contento, col suo abbigliamento abituale: una calda maglia marrone abbottonata, il suo berretto di feltro, i pantaloni fumo di Londra, gli occhi cerulei e languidi, il viso ben rasato, la carnagione un po' rosea e pulita di chi è da poco uscito dalla doccia...
Gli vado incontro contenta a mia volta; mi cinge le spalle, sento il suo tenero e caldo abbraccio, sento la sua guangia sulla mia; improvvisamente mi rendo conto, nel sonno, che papà non è più tra noi e subito gli chiedo:
- Papà ... come stai!?!?
Non provo nessun genere di sgomento, solo una grande gioia.
Lui fa per rispondermi:
- Bene ... io sto proprio bene, solo che Antonina ... (mia madre) ...
Mi sveglio completamente ... ovviamente mio padre non c' è; vedo mia figlia ancora nel dormiveglia; avrei voluto raccontarle tutto, ma decido di serbare per me quel senso di presenza più a lungo che posso, poi mi addormento profondamente.
Questa mattina, comincio la mia giornata, riordinando un cassetto: sto per traslocare; quindi sistemo e impacchetto in vista del trasferimento, ritagliandomi questo tempo come posso.
In fondo al cassetto trovo un biglietto ben piegato. Mi ero dimenticata della sua esistenza: da tempo avevo smesso di cercarlo badando di tenere a mente il messaggio.
Ricordavo di averlo sistemato in quel cassetto, ... Ma... non lo avevo più trovato; era finito tra gli incastri ...
Ed ora, dopo due anni e mezzo precisi (28 giugno 2006/28 dicembre2008), Eccolo:
Nonno,
ti abbiamo accompagnato nel difficile viaggio, che ti ha costretto al distacco degli affetti, dalle cose ed abitudini a te così care, fino all' estrema sofferenza degli ultimi giorni.
Adesso ci piace pensarti libero dai lacci della tua malattia che ha rafforzato l' unità della nostra famiglia, facendoci toccare con mano la solidarietà di parenti, amici, vicini di casa...
Ci conforta sperare che la tribolazione ti abbia reso degno della schiera dei giusti.
Nonno ...
ci mancheranno le tue battute, il tuo sottile e vivace umorismo, la tua generosità, il tuo affetto, il tuo sorriso il cui ricordo vivrà sempre con noi.
Questo messaggio fu letto, al termine dell' omelia, dalla mia Alessia ...
Non mi chiedo nulla, non traggo conclusioni, mi basta conservare il ricordo dell' unicità di questo incontro nel suo senso di paterna e infinita dolcezza.
Bellissimo!!!
RispondiEliminaFrancy
Grazie Francesca, non ho una grande fede, ma conservo ancora quell'esperienza così intima e profonada.
RispondiEliminagraziana
Davvero bello.
RispondiEliminaGrazie Exo.
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