Già lo scorso anno ho scritto di amare tanto il primo gennaio, ancor più che il 31 dicembre e così è anche ora.
Effettivamente, ad anno iniziato , cala il sipario sugli interminabili bilanci e previsioni di ogni tipo e ricomincia quella normalità che io decisamente preferisco.
I bilanci, affinché abbiano un senso, vanno fatti continuamente, anche a fine di una giornata. Il dì termina con l' arrivo della notte, col termine delle attività (almeno per chi non è turnista) o comunque con quella fase di riposo, di temporanea sospensione delle attività forti, e quel momento sì che può essere metariflessivo.
Il cosiddetto anno solare, invece, termina ogni 365 giorni e 6 ore. I suoi confini e la sua esistenza sono frutto della mente umana;il calendario è un ordinatore temporale, e niente più; non è foriero di fortuna né di calamità; è un semplice strumento non un' entità.
Che senso ha dire: guadiamoci bene dall' anno bisestile o dall' ann0 pari!? Come giustamente affermava Gianni Rodari, " il nuovo anno sarà come gli uomini lo faranno".
Il mio augurio per tutti è questo: aggiustiamo il "tiro" giorno per giorno; rivediamo sempre il nostro progetto di vita e decidiamo di volta in volta le persistenze e i mutamenti. Solo così potremo dare un senso al nostro tempo, piuttosto che lasciarlo fluire, e noi con lui.
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