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mercoledì 30 settembre 2020

Considerazioni in fase 3: una cerimonia funebre

 Nelle scorse settimane ho partecipato all'ultimo rito di commiato terreno: un funerale, appunto.

Tutti con le mascherine, tutti distanziati in chiesa, molti fuori sul sagrato con le casse acustiche le quali consentivano la partecipazione anche dall'esterno.

Il primo elemento che ho percepito: il silenzio.

Inoltre il senso pensoso e raccolto delle persone perché hanno parlato solo gli occhi.

Al termine, istintivamente ci siamo messi tutti in circolo intorno al feretro e ai familiari: niente baci, niente strette di mano, ma solo silenzio e sguardi intensi.

Successivamente, le figlie della defunta, lentamente, scorrendo i nostri occhi, hanno pronunciato brevi frasi di ringraziamento, senza fretta, con lunghe pause di silenzio.

Infine, sempre con lenta calma, dopo il feretro, un pacato defluire di tutti noi partecipanti, dopo un reciproco scambio di sguardi bagnati e loquaci.

Ora: il funerale accompagna un evento tristissimo, ne è l'epilogo esteriore, non può certamente definirsi bello. Ma questa volta ho visto il trionfo dell'interiorità, senza eccezione alcuna. 
Proprio il covid ce lo doveva insegnare?

8 commenti:

  1. Tu hai percepito la bellezza dell'interiorità partecipativa Graziana e altri come te, ma il nostro sistema sociale che spinge al ritorno a una normalità da automi e non sa imparare, continuerà ad appiattirci e a distrarci da quel sentire e vivere comune che ci rende umani.
    Ti abbraccio!

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  2. Io ho il ricordo del funerale di mio padre, lo scorso anno, non c'era il covid e mio padre aveva 95 anni suonati, ci sono persone che mi sono state vicine e mi ha fatto piacere, è stato consolante. Per contro, mi ha dato fastidio che dei miei cugini e nipoti di mio padre non si siano fatti nè sentire, nè vedere , per me è stata una mancanza di riguardo e sensibilità e mi è dispiaciuto molto. Anche se aveva 95 anni , era sempre un padre e uno zio . Abbraccio.

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    1. L'indifferenza, certo, fa molto male. Ci sono delle ritualità, come il rito del passaggio, dove non si deve mancare. Ho cercato di creare questa forma mentis anche nei figli. Non ci sono età più o meno importanti. Un abbraccio anche a te.

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  3. Si. Anche le cose brutte ci possono insegnare, se abbiamo il cuore aperto.

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    1. Questione di cuore, empatia, sentimento. Tutto quanto attiene alla "mano sinistra" come diceva Bruner, il mio faro pedagogico.

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