avviso

Alcune immagini contenute in questo blog sono state reperite dalla rete, ove non espressamente indicato il diritto di autore.
Tuttavia, se qualcuno rivendicasse diritti di proprietà, può segnalarlo al mio indirizzo e-mail: provvederei alla immediata rimozione delle immagini stesse.



domenica 17 aprile 2011

Buona domenica di pace!

L’ulivo Benedetto
Oh, i bei rami d’ulivo! chi ne vuole?
Son benedetti, li ha baciati il sole.
In queste foglioline tenerelle
vi sono scritte tante cose belle.
Sull’uscio, alla finestra, accanto al letto
metteteci l’ulivo benedetto!
Come la luce e le stelle serene:
un po’ di pace ci fa tanto bene.

Giovanni Pascoli



E' dalla notte che pensavo:
"Domani mattina, alle 8.00 sarò in chiesa, devo essere presente alla benedizione dei ramoscelli d' ulivo, in barba agli impegni, che poi, si sa, sul tardi non sarà possibile, e alla sera, capiterà l' imprevisto".

Dopo tante primavere prevedo quale sarà il rito e quale la liturgia della parola, anche se la mia fede è in un periodo di stasi; le mareggiate e le tempeste della vita mi hanno inaridita sotto questo profilo, piuttosto che fortificarmi.

Mi reco di buona lena ala chiesa del mio ex quartiere di residenza(da due anni sono nel nuovo). Arrivo puntuale, vedo i fedeli con i ramoscelli in mano, riconosco alcune persone, vorrei chiedere dove li hanno trovati, ma decido di attendere la fine della messa per non disturbare; che li abbiano già benedetti prima della funzione?

L' ultima lettura la sento abbreviata rispetto agli altri anni, ma comprendo, non ci sono giovani, ma soprattutto anziani, quindi è il parroco che legge la Passione ... Cerco di raccogliermi.... non ci riesco ... Non mi sento coinvolta(mea culpa); bisogna educarsi, mi dico, essere assidui, la fede va coltivata affinché si accresca... Bisogna sentirsi parte di una comunità ....

La lettura termina.

10 secondi di silenzio, poi il rito si conclude. Niente omelia. Non un pensiero di meditazione condivisa ... Vabbé, mi dico,  c' è poco da dire, è una pagina forte che parla da sé. Si avvicina la benedizione finale. Un' anziana a me vicina, mi porge parte del suo ramoscello affinché anch' io porti con me il mio ulivo benedetto. Mi commuovo. Finalmente vivo un momento di incontro... Intanto l' anziana bisbiglia:
- Devono essere benedetti; ora c' è la benedizione.
Ed io :
- Ma dove lo ha preso ? ... Li hanno distribuiti prima della funzione?
- No, signora, c' era un fascio davanti alla chiesa, non lo ha visto?
- Sinceramente non ci ho fatto caso ....
Il sacerdote prima della benedizione, dà dei ragguagli circa il pellegrinaggio per non so dove ... non ascolto ... sono incerta se uscire a cercare altri rametti, ma poi mi dico che è meglio di no, altrimenti rischierei di non essere presente al rito di benedizione delle palme ....

La benedizione è veloce, quella finale di tutte le messe, senza alcun riferimento alla specifica festività; e noi ci guardiamo perplessi; poi una voce in sottofondo:
- La benedizione delle palme alle 11.00... in piazza T.  ...
Il prete era già in sagrestia ...
Ci fermiamo sul sagrato in silenzio ....
L' anziana mi raggiunge; ora è lei l' interrogativa:
- Signora ... ma le ha benedette "così" le palme??
- Non ci saremo in Piazza T. alle 11.00, ma non fa niente, basta il simbolo ...- fa eco la moglie del farmacista; anche lei venuta di buon ora ....

Torno a casa rapidamente trotterellando, penso alla torta da preparare per Cristian, oggi compie 29 anni, gliela farò trovare per il suo ritorno alle 15.00; guardo il mio ramoscello e mi dico:
"forse andava bene anche un ramoscello dell' ulivo del mio giardino se basta il simbolo; magari  accompagnato da una lettura meditativa con la candela accesa, nel silenzio della mia casa".

11 commenti:

  1. salut, tu as la foi alors pas de mea culpa dans ce recit

    RispondiElimina
  2. Oui...Merci, mais il edt une foi qui est ancore immature ...

    RispondiElimina
  3. Buona domenica di pace anche a te Graziana.La poesia di Pascoli mi riporta alla mia infanzia, quando la benedizione dell'ulivo era un rito più sentito e partecipato.Ricordo che da noi prima della Messa fuori dalla Chiesa il Sacerdote benediva i rami d'ulivo e poi si faceva la processione intorno alla Chiesa E' molto bello il tuo desiderio di riappropriarti della fede "inaridita" dalle tempeste della vita.

    RispondiElimina
  4. Ah dimenticavo: Buon compleanno al tuo Cristian

    RispondiElimina
  5. Grazie carissima, per il tuo commento e per gli auguri al mio figliolo ... :)

    RispondiElimina
  6. Quest'anno la Pasqua mi è piombata addosso senza darmi il tempo di prepararmi. Sì perchè ormai ne sono certo, ci vuole preparazione. Il Calendario Liturgico sarà anche una convenzione, ma offre questa possibilità: so che non sono in grado di essere pronto tutto l'anno, ma ho la possibilità di essere pronto per un breve periodo, almeno per quello. Ma pronto a cosa? Semplice: a rinascere, ripartire, riprovare. A fare tabula rasa. Buttare la spazzatura dei vecchi pensieri, rancori, avere una nuova possibilità. Certo, Pasqua è tutto l'anno dicono molti, ma tutto l'anno non ci riesco a ripartire, mi confondo, le date si accavallono, non posso ripartire tutti i giorni.

    Quest'anno hanno provato a fregarmi nascondendomi le date, così che non potessi ripartire. Me ne sono accorto luned' scorso che alla fine della settimana sarebbe stata Pasqua. Il trasloco, con tutto ciò che ne consegue, mi ha distratto.

    PErdonami Graziana, ma tu scrivi del rito. Ma il rito è l'involucro, la confezione, l'esterno. Devi scoprire cosa c'è dentro. Un giorno, forse, potremo fare a meno dell'involucro. Oggi no. Ma occorre scoprire qual'è la sospresa per noi dentro la scatola. Altrimenti il rito annoia. E se non annoia uccide. Uccide la fede. La speranza.

    RispondiElimina
  7. E'vero, Exodus, il rito è la forma non la sostanza, ma è pur vero che la forma è il contenitore della sostanza, il veicolo che ad essa può condurre. Solo in quanto ancoraggio può avere un senso ...

    La ritualità che descrivo(quella circoscritta a quel momento) mi è parsa frettolosa, quasi un atto burocratico ... Volevo dire che anche per pochi, anche per un solo fedele, qualunque rito vada solennemente compartecipato... Altrimenti come dici tu annoia, uccide la fede ... Buona Pasqua!

    RispondiElimina
  8. Ciao,

    Tieni conto che Gesù seguiva i riti e li trasgrediva quando voleva. Certo Lui poteva permetterselo,

    Il rito (la legge) uccide, la fede vivifica. E' spiegato tutto nella lettera di San Paolo ai romani, capitolo 8.

    A cosa serve la legge (il rito)? A mostrarti che non sei in grado di adempiere alla legge (il rito). solo a quel punto, quando hai visto che con le tue forze ti è impossibile seguire il rito (la legge), puoi rivolgerti a Gesù. Perchè hai visto, definitivamente, che non ce la fai. Non puoi partecipare. Non ne hai i mezzi, la forza, la volontà, il desiderio, l'interesse. Questo è l'uomo. Avendo visto questo, puoi lasciare il rito (espresso come forma di salvezza) e adagiarti in Gesù.

    A quel punto, anche se segui il rito senza compartecipare e senza capirci niente, ciò non ti stanca, non ti affatica, non ti affanna, non ti preoccupa, perchè sei in comunione con Gesù. Anzi, a quel punto puoi seguire tutti i riti, senza ribellarti. Addirittura puoi seguire tutte le leggi degli uomini (come prescritto da San Paolo) senza ribellarti, anche quelle ingiuste. Perchè a quel punto, non ti aspetti niente dal rito (o dalle leggi, la democrazia, la Chiesa, lo Stato, qualunque burocrazia, etc...) ma solo da Gesù che ha riempito il vuoto che è il rito (contenitore). L'ha riempito di Sostanza.

    Non c'è differenza in questo tra seguire il rito e seguire le leggi degli uomini, le pretese degli uomini, le leggi della natura, etc... Ciò che conta è il contenuto. Dio non ha bisogno del rito. Ma se tu in Gesù accetti il rito, anche senza sentire proprio niente, ma consapevole che Gesù vuole che tu stia lì e certa che stai facendo la sua volontà, sentendolo vicino (Gesù, non il rito)...

    Allora potrai fare come me che non voto da 11 anni consapevole che anche quello è "rito". Non so se mi spiego. In una visione di fede, non ha nessuna importanza la situazione in cui ti trovi. Tutto è "rito" tranne Gesù. Non c'è niente per te in niente, tranne che in Gesù. Lì si dispiega ogni cosa e accetti con serenità di stare in fila per ore alla posta o puoi passare ore a sentire le prediche dei religiosi. Senza fatica. Accettare il rito, è accettare il mondo intero.

    Buona Pasqua!

    RispondiElimina
  9. @Exodus
    "In una sitazione di fede ... ": hai detto bene; l' importante è arrivarci...

    Forse analogamente e in altro post esprimo qualcosa di analogo a quanto esprimi: incollo il link.

    http://www.blogger.com/comment.g?blogID=7233400055708186619&postID=670225956158401323

    RispondiElimina
  10. Ciao,

    niente il link non mi porta da nessuna parte.

    Di nuovo Buona Pasqua, ciao!

    RispondiElimina
  11. @Exodus
    E' solo un indirizzo infatti; non c' è link attivo ... Dovresti incollarlo sulla barra di navigazione. Ad ogni modo è il primo post che ho scritto in questo blog(Le Ceneri) e l' ho riproposto quest' anno, in occasione dell' omonima ricorrenza.

    Saluti!

    RispondiElimina