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venerdì 25 giugno 2010

24 giugno: i campioni del mondo a casa :(

Non sono una grande intenditrice, ma la partita degli azzurri non mi è sembrata degna di un torneo così importante ... Pazienza ... Addio vuvuzelas ... Non resta che tornare a casa ... mogi mogi ... a meditare, si spera...

Il Commissario tecnico dice in conferenza che se ne assume tutta la responsabilità: e questo mi piace, anche se l' aggettivo "tutta" lo trovo eccessivo. In una gestione di interazioni è meglio parlare di corresponsabilità. inoltre mi sembra una strategia vincente per non affrontare e riconoscere i propri errori, un modo infantile di gettare, come si suol dire dalle mie parti, le mani davanti.

Poi aggiunge ma parafraso in quanto non ricordo la frase testuale: aggiunge, per l' appunto, di non aver formato psicologicamente la squadra.
Uhummm ... questo mi ha convinto ancora meno: parliamo di professionisti di serie A selezionati per i mondiali! Non stiamo a parlare dei pulcini ...

Ma qual è la responsabilità di un allenatore di quei livelli? La formazione psicologica o la selezione dei talenti?(Ma ci sono i talenti? Oppure questo insuccesso clamoroso è la punta dell' iceberg della decadenza generale che il nostro paese vive su tutti i fronti?) Io credo, con tutti i benefici del dubbio, che una volta scelte responsabilmente le persone, il gioco è fatto almeno in prima parte. La compattazione della squadra la fanno i giocatori stessi i quali sanno benissimo quale responsabilità si stanno assumendo.

La seconda parte la si gioca sul campo in tutti i sensi: chi si ha di fronte lo si percepisce nei primi 15 minuti di gioco, e allora entra in ballo un' altra qualità: la flessibilità...i giocatori devono ridefinire e reinterpretare i loro ruoli. L' allenatore che supervede, deve fare altrettanto modificando immediatamente i palinsesti, se necessario.

Karl Popper diceva che il medico deve cambiare terapia se si accorge di un suo errore, perchè la cosa da salvaguardare è la vita del paziente, non la sua congettura.
Ogni teoria è tale se falsificabile di principio, altrimenti non è una teoria, ma una verità dogmatica ..
La falsificabilità di ciò che è apparentemente inappuntabile, non deve mai venir meno: è la lezione di umiltà che molti grandi ci hanno dato: far morire la teoria piuttosto che "il paziente". So che non è cosa semplice, ma deve quantomeno trasparire come atteggiamento...

La mia è una riflessione puramente pedagogica ...

6 commenti:

  1. Ciao Graziana, io sto sul web a volte come un viandante distratto: per esempio non ho mai cliccato su
    "lettori fissi", stavolta l'ho fatto e sei venuta fuori tu assieme ad un altro nome. Ma tu sei recente come lettrice e sinceramente il fatto mi lascia perplesso: una lettrice fissa è un onore, un riferimento costante di cui io finora non ero consapevole. Con una valenza in più: non ti mostri, non commenti...non ti intrufoli, non sei insomma malata di quel morbo che tutti bene o male ci colpisce sul web: visibilità. Rifletto anche sulle asincronie temporali che giocano con i nostri ritmi vitali in modo beffardo: sei arrivata su un blog con una frequenza di pubblicazione quasi nulla. Vorrei dire un blog "alla fine" ma è frase troppo crudele: diciamo allora un blog sospeso in attesa che nuova linfa lo ravvivi. Nel frattempo, se ne hai voglia, puoi leggere i vecchi post, io non sono ancora riuscito a scirverne di migliori. Per non fare il più classico degli OT ti dirò che concordo sulle tue riflessioni calcistiche ma il livello sintattico è troppo elevato per la media degli sportivi da divano e non. Ciao

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  2. Ciao Enzo...
    Sono approdata al tuo blog leggendo il commento al post "Conservazione" di Marina: un commento che materializzava il mio pensiero ... completamente.
    Poi, come smpre accade quando entro in un blog per la prima volta, scorro velocemente i post andando a a ritroso sorvolando, senza leggere.

    Arrivo al post dell' 8 marzo ... qui mi fermo e leggo leggo, ripetutamente: anche qui sembra che il post l' abbia scritto io!

    Mi permetti di passeggiare per la familiarissima Noto e assaporo il tuo modo di scrivere con immediatezza ... OK! Divento lettrice fissa.

    Il non commentare fa parte della "posizione di ascolto" che assumo di fronte alla profondità di chi scrive, mista a un po' di timidezza che ogni tanto riaffiora ...

    Lo scrivere poco o nulla: troppi impegni, davvero troppi ...

    Le riflessioni calcistiche: un pretesto per riflettere su chi è preposto alla formazione, anche degli adulti ... Niente più ...

    Grazie per la tua attenzione e della traccia che hai voluto lasciarmi..

    OMOLOGAZIONE NON RICHIESTA: letta tutta, per intero!
    Saluti.

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  3. Ciao, grazie per il nome del fiore, per quanto riguarda il calcio, a dire il vero, io tifo Italia, solo perchè mi sento ancora patriottica:-), ma a parer mio girano troppi soldi e poco vero amore per il calcio.
    Un cordiale saluto.

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  4. Ciao riri, anch' io tifo Italia chiaramente, ma quando le cose non vanno proprio ...

    Grazie del commento.
    Ciao
    Graziana

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