A quest'ora di 32 anni fa iniziano le doglie, quelle "vere", dopo una nottata di blande e intemittenti sensazioni precedute dalla rottura del liquido amniotico.
Le ripetute ecografie non rivelarono il sesso del nascituro, tenuto segreto dal cordone ombelicale acciambellato proprio lì. Sentivo che era una femmina e che era sana: mi ero tassativamente rifiutata di fare l'amniocentesi nei primi mesi, ma questa è un'altra storia.
Tuttavia avevo scelto il nome per un maschietto; sarebbe stato Jacopo, nulla di rosa nel corredino, solo altri colori pastello. Sarei stata felicissima anche per il terzo maschio che sarebbe stato accolto senza delusione.
Si era proposta una madrina che accolsi a piene mani, una nipote di secondo grado diciannovenne; fosse stata una femmina le avrei dato il suo nome: Alessia! Ancora oggi sono Alessia Grande e Alessia Piccola, tanto per distinguerle se stanno insieme.
Verso le 7,30 viene alla luce una bimba meravigliosa; tutti che la guardavano dai vetri della nursery, anche quelli di passaggio.
Alessia, un regalo grande della Vita, immenso, straordinario, oltre ogni aspettativa. Mai una nottata insonne, mai una malanno infantile, il ritmo sonno-veglia identico al mio da subito, "la piccola quercia" la definiva mia madre.
Racchiude il temperamento delle due nonne: la determinazione, la forza, il pragmatismo della nonna paterna e la dolcezza infinita, la sensibilità, la nobiltà d'animo di mia madre, andata via troppo presto per vedere quanto le somigliasse anche fisicamente.
Il collante della famiglia da tempo immemore. L'ultima, ma la primogenita in pectore. L'amica vicina con la quale condividere entusiami, divertimento, difficoltà; la mia complice da sempre.
Auguri mammina, non stancarti mai di inseguire i tuoi sogni; sia un Cammino pieno di Luce sempre!!!!
Infinitamente grazie!