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lunedì 1 novembre 2010

Il giorno di Ognissanti nelle tradizioni nostrane



Il post dell' amica Giulia ha evocato questi miei lontani ricordi ...
La vigilia di Ognissanti la ricordo nell' infanzia con una spiritualità che mi riempiva di una gioia semplice.
Vedevo mia madre, le zie, nonne bisnonne e prozie preparare il libro dei Salmi, le sedie per dire tutti insieme il rosario, immersi nella tenue luce di qualche lumino mentre una fiamma allegra scoppiettava nel camino; si portava qualche fiore al cimitero che diventava un luogo di incontro tra vivi e trapassati, un giardino accogliente e luminoso; dove i ricordi vivevano tra le fiammelle, nei volti sereni e carichi di fiducia:

- Questa è una ruota, un passaggio...

La frase ricorrnte non mi sconvolgeva, perché nelle espressioni leggevo un senso di serenità e tanta fede.
Poi la liturgia della parola: Il discorso della montagna o Beatitudini, nella chiesetta attigua al cimitero: la pagina più bella e più consolante del Vangelo che risuona ancora oggi dal Monte Tabor.

Dopo le preghiere, la cena: e qui un po' di profano non mancava.
La tavola rimaneva imbandita con generose porzioni di fagioli, verze, baccalà arrostito con peperoni alla brace,  oppure al sugo con cipolle bianche, polenta con funghi,  focacce di patate o cavolfiore,  patate arrostite aromatizzate all' aglio ed al profumo di alloro, caldarroste... Frutta di stagione. Questo affinché i defunti, rientrando a visitare la loro dimora terrena, si sentissero ancora amati ed accolti...
Non era superstizione, o almeno non solo, ma qualcosa di molto profondamente nostalgico...

Ora questo genere di usanze è stato spazzato via: i grandi cambiamenti epocali hanno modificato abitudini e sfera valoriale ...

Della festa di Halloween, le cui origini non sono poi così dissimili dalle tradizioni nostrane, abbiamo assunto solo i contorni consumistici e vistosi; forse la spiegazione è a portata di mano: alla morte non vogliamo proprio pensare... Vedo nell' abitudine al travestimento e ai bagordi della notte del 31 ottobre, un ennesimo tentativo di esorcizzare  il mistero e la paura della morte, che per prima, nonostante i buoni esempi assorbiti, sento anch' io....

8 commenti:

  1. Mi ha molto colpito il tuo ricordo della festa di Ognissanti, soprattutto la spiritualità che trasmette.
    E' la prima volta che associo le due cose, mai prima di ora qualcuno me lo aveva fatto sentire.
    E per me è importante perchè sono nato proprio il primo novembre, ma mai sono stato festeggiato all'insegna della spiritualità.
    Grazie tante.
    Giorgio

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  2. Sono in ritardo Giorgio; desidero comunque farti gli auguri per il tuo compleanno da poco trascorso; (anche tu di novembre ...)

    Quei giorni, dal 31 al 2 erano per me una festa, ma proprio grazie alla solennità che ho assorbito dagli adulti e anziani di allora.

    Ho omesso un dettaglio nel post: la nonna riservava quelle vivande abbondandemente preparate per i mendicandi che bussavano alla sua porta nel giorno di Ognissanti; ricordo che li faceva accomodare e riscaldare al fuoco del grande camino; loro contraccambiavano con le preghiere per i defunti della casa...

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  3. Sembra che parli di un altro mondo, come se tua nonna fosse la protagonista di un romanzo russo dell'ottocento... posso dirlo piano piano senza farci sentire da nessuno? Che nostalgia...

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  4. Giorgio è proprio così ... altrettanto sottovoce ti dico che ai suoi funerali c' erano tutti, non solo il paese intero e quelli vicini, ma anche uno stuolo di sconosciuti (gente che aveva aiutato nella vita, rom ...)

    Io sono nata nel novembre del 1952 Giorgio; a parte la nonna materna, unica nel suo genere, ho fatto in tempo a vedere almeno il tramonto della società preindustriale che nel mondo contadino è durata un po' più a lungo; quel mondo sembra anche a me un sogno perché fatto di vita comunitaria e tempi distesi ...
    Buona giornata e grazie dei commenti.
    Graziana

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  5. Molto commovente questo post, Graziana e poetico, grazie.

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  6. Grazie a te, Giulia, sempre gentile ...

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  7. Bellissimo post, Graziana!
    Ti ripeto cosa ho detto da me.sono felice che qualcuno ci tenga a queste nostre tradizioni, così vecchie, dal sapore di famiglia... quel misto di sacro e profano tipico dei tempi andati
    Hai fatto proprio bene a parlarmi di questo post. Ti ho condivisa anche su g+ e se siamo fuori tempo chi se ne frega ahhaahahh

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