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martedì 11 novembre 2008

Il giubbotto di Indiana Jones

Questo il titolo di una lettura offerta dal libro di testo adottato nel corrente anno scolastico(classe quarta), a sua volta tratta da un libro della Piemme Junior.

Parafraso il contenuto:
Una bambina, ultimogenita di tre figli ha il destino di "riciclare" gli abiti dismessi dei fratelli maggiori: se ne rammarica in quanto vorrebbe abiti pensati e calzati da lei dall' inizio.

la sua famiglia non è né ricca né povera: usa andare in vacanza infatti, ma può farlo grazie a certe scelte di risparmio.

Quella mattina le toccò indossare il giubbino del fratello: già si prefigurava i frizzi e i lazzi dei compagni, ma il freddo l' avevano dissuasa dal rifiutarsi.

Gli epiteti furono terribili, al punto da far sentire alla nostra protagonista l' oppressione del mal di pancia: "emigrante", "poveraccia".

Al che, una svolta geniale: la bambina escogita un racconto che la toglie dall' imbarazzo e le fa vivere un momento di gloria da parte di tutti i compagni che ora l' ascoltano rapiti e pieni di domande.
Quel giubbino era appartenuto nientemeno che ad Harrison Ford, l' interprete di Indiana Jones, donato dall' attore a suo zio che lavora ad Hollivood, non ricordo con quale mansione ...Il quale tornando in Italia, aveva pensato di donaelo, a sua volta, alla nostra protaonista.

A questo punto mi vedo 25 indici puntati e altrettanti sguardi inquisitori:
- Ha fatto bene? E' giusto inventarsi una storia del genere? Tu che fiuti e non tolleri la più piccola bugia, maestra, che ne dici?
- Ehi, ma che vi ha preso?! Era giusto quello che vi volevo chiedere ...
- Rispondi, RISPONDI!!
- Con calma, scusate ... io posso esprimere il mio punto di vista, ma non è detto che quello che dirò sia la cosa più giusta. Questo non è un quesito di matematica ... Qui è richiesta un' opinione; e tutte le opinioni sono opinabili, cioè possono essere contraddette, non condivise, adducendo motivazioni, ovviamente.

Segue un silenzio che quasi mi imbarazza "Ma che stanno macchinando sti mocciosi?! Che cosa sarà successo? Quanto mai tanto interesse per un' analisi testuale!?"

Chiedo a loro, ma in reatà lo chiedo a me stessa:

- Ma qual è stato lo scopo di quell' invenzione? Ingannare, o togliersi da una situazione incresciosa e causa di sofferenza anche fisica?
E cos' altro avrebbe potuto fare la bambina!?
Avrebbe potuto replicare con altre offese e degenerare la scontro in litigio..
Oppure dire tutto alla maestra, affidando a lei la soluzione di un fatto successo fuori della scuola ... E cosa le sarebbe costata questa "spia" in futuro?
Avrebbe potuto accontare tutto alla mamma che magari sarebbe venuta a scuola a parlare con la maestra o avrebbe affrontato direttamente le mamme dei compagni ...

A me sembra che la bambina con questo stratagemma, che non mi sembra una vera bugia, ha evitato uno scontro violento; ha risolto da sola un suo problema; ha spento la pessima abitudine al giudizio e all' offesa gratuita dei suoi compagni ... Che posso dire ... L' inganno mi sembra un fatto secondario che, tutto sommato, i suoi compagni si erano meritati ...Non mi sembra una vera bugia ... Ma posso anche sbagliarmi: la soluzione migliore potrebbe essere un' altra. Parliamone. Voi che ne pensate?

- La maestra che ti ha sostituita quando sei andata a fare l' esame a Chieti ci ha fatto fare questa lettura e ha detto in modo serio che è meglio la verità, anche se fa vergognare, perché bugie non si dicono mai! MAI e poi MAI!!!!

- :-) Che volete che vi dica ... Io non ho tutte queste certezze, ho solo punti di vista, che posso sempre correggere se qualcuno me ne offre le motivazioni.

La maestra che mi ha sostituita è più sicura di sé. E a me non dispiace per niente, anzi, fortunata lei...
Ma il mio pensiero è questo, e ve lo dimostrerò in tantissime occasioni man mano che crescerete: ognuno può vedere le cose dal suo punto di vista, ascolatare e rispettare quello degli altri ed essere sempre disposti a mdificarlo, se le argomentazioni di chi li pone sono plausibili.
Le imposizioni non mi hanno mi convinto, abbiate pazienza...

Grazie collega: mi hai offerto l' opportunità di introdurre una lezione difficile, anche se ha vanificato tuuuuutto il programma della mattinata!!!!
"Se insegni, insegna anche a dubitare di ciò che insegni." - José Ortega y Gasset
"Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita, perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente" - Voltaire


2 commenti:

  1. Mi ricordo maestra!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Questo che ha fatto la bambina l'avrei fatto anch'io!non mi piace fare brutta figura davanti a tutti!
    Fabio 5a

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