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mercoledì 14 maggio 2008

La Venere di Willendorf

-Ecco, stiamo interrogando una fonte iconografica perché di una foto si tratta, ma nella realtà è una statuetta, un reperto archeologico.
Bene: questa statua ci parla di sé purché noi "l' ascoltiamo" attentamente. Vi dico solo che è stata trovata nella bassa Austria, e che è custodita nel Museo delle Scienze Naturali di Vienna.

Bambini: E' di pietra, è orribile, altro che Venere, maestra!?!
-Be', sicuramente, non è stata lavorata per portarci questo messaggio. Leggiamola, dài ...

Bambini -Paleolitico, forse Paleolitico inferiore, non posso credere che per tutti i 9/10 della storia, l' uomo si sia divertito a scolpire... prima di imparare questo ha imparato a costruire il chopper, poi il chopping tool ... Era meglio risolvere il problema della fame prima di fare le statuette...

Bambini - Ho capito, è il simbolo della nutrizione: seno immenso, pancia e sedere enormi... mah... sembra un deposito di grasso

Bambini: Essì, il compito principale della donna era quello di fare e allevare i figli e doveva allattarli ... chi glielo dava il biberon a quelle lì!?!

Bambini - E poi i figli si facevano in continuazione perché nessuno diventava vecchio, cioè si moriva molto prima: sbranati dai mammut, avvelenati dalle bacche, di malattia ... Le nuove nascite garantivano la sopravvivenza della specie.

Bambini: Ma le donne mica facevano solo i figli? Avevano anche il compito di alimentare il fuoco, raccogliere le bacche, le radici, le erbe, tutti i frutti spontanei insomma! Anzi, aveva imparato a distinguere quelli commestibili da quelli velenosi, vedendo morire le vittime.

- Bene: raccogliamo le informazioni che abbiamo ricavato. Paleolitico inferiore, figura di donna simbolo della maternità, ruolo naturale e sociale, visto che garantiva così la conservazione della specie. Proprio per questo il suo corpo ha imparato ad immagazzinare il cibo sottoforma di riserva alimentare per poter garantire la nutrizione ai suoi "cuccioli".

Massimo: mi ha raccontato la mamma che le donne hanno conservato questo ruolo a lungo. Fino
a mezzo secolo fa, avevano il compito di curare la casa, preparare da mangiare, curarei figli. Ma ad un certo punto si sono ribellate, hanno fatto una specie di guerra, hanno voluto fare le stesse cose degli uomini. Hanno voluto lavorare anche fuori casa.

Fabio: MA ERANO PROPRIO STUPIDE QUELLE DONNE! HANNO FATTO UNA GUERRA PER LAVORARE DI PIU'?! DENTRO E FUORI CASA!?!

Quanta saggezza in queste parole! E quale vivacità intellettuale ... Pensiero puro, non indottrinato ... La sua sincera meraviglia, gli occhi spalancati tra le lentiggini e i capelli più scapigliati del solito, mi hanno suscitato un' ilarità che ho trattenuto a stento, per non sminuire la serietà del discorso.

- Non è stata proprio una guerra come ha detto Massimo, ma una contestazione, un movimento ... come dire?! Una protesta. Perché le donne volevano realizzarsi anche in altre attività. Volevano una maggiore parità. E' vero che è stato molto difficile realizzarlo. Per decenni la donna si è trovata a fare doppio lavoro, come dice Fabio.
Ma ora gli uomini sono diversi: anche loro hanno imparato a fare i lavori riservati un tempo solo alla donna. Quanti papà cucinano, passano l' aspirapolvere, spingono il carrozzino, danno la pappa al bambino o gli cambiano il pannolino?Tutto si risolve con la collaborazione...

- Sì, il mio prepara la torta di carote!
- Il mio il brodetto di pesce!
- Il mio prepara il pranzo quando la mamma rientra alle due!
- Il mio fa la doccia al fratellino!
...
Quando si dice evoluzione di genere ... maschile e femminile ... culturalmente definiti...
Questo è un esempio di ricerca-azione in classe, scaturito dal metodo euristico-partecipativo; una forma laboratoriale di apprendimento che io applico praticamente sempre ... Un discorso a catena, in cui il docente oscilla dallo sfondo al primo piano, c' è e non c' è. Se gli alunni ci si abituano imparano a discutere correttamente e ad ascoltare, a riflettere, a rilanciare aggiungendo altro e, cosa più bella, arriva sempre qualcosa di nuovo, di assolutamente non previsto, come in questo caso il problema dell' emancipazione femminile: una sorta di spiazzamento cognitivo che l' insegnante non poteva prevedere e che non può assolutamente ignorare. Della serie, sai da dove parti, ma non puoi sapere dove arrivi.

Richiede tempo, un tempo non quantizzabile, ma l' efficacia di questa metodica è altrettanto indefinibile, è una semina i cui frutti si raccoglgono ad libitum, perché qui stiamo formando competenze personali che vanno ben oltre i confini delle conoscenze: la figura del docente è quella di colui che cresce con i suoi alunni, non c' è posto per le certezze, può venir fuori di tutto, anche la propria ignoranza, ma è giusto così...

2 commenti:

  1. Maestra graziana..........
    Grazie per avermi citato nel blog...Per me è un onore far prte di un testo.A dir la verità non mi ricordavo di queste mie parole ma dopo lette mi è venuto un lampo di genio.Grazie per la descrizione e spero di esserti fedele per sempre,4ever.
    Un bacio
    Fabio5a

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  2. Fabio...
    innanzi tutto ammiro la pazienza che hai avuto nel cercare il post in cui ti citavo; non è semplice districars tra le mie etichette neppure per me:)

    Questo post l' ho scritto giusto due anni fa, 24 maggio 2008, a fine terza... Proprio appena accaduta la discussione altrimenti non avrei potuto ricordarmene.

    Toccasti col tuo intervento segnato di rosso un fatto molto importante: il difficile cammino dell' emancipazione femminile... Facevi solo la terza e non te l' aveva insegnato nessuno ...

    Quella statuetta stava nel mio libro "Nuova storia"

    Ciao!!!

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