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giovedì 5 novembre 2020

Un pensiero per Gigi

 E mo, chi ce lo ridà un altro Gigi Proietti? Un grande su ogni palcoscenico, con qualunque testo. Unico.

Sì, già mi manca perché io gli volevo bene, io gli voglio bene. E questo è per lui.
Giggi nun fa’ l’infame, àrzate, annamo.
E che nun ce lo so che tu sei stanco?
So stanca puro io, me vedi? arranco,
ma si te po servì te do ‘na mano.
Così me fai ‘ncazzà, Giggi lo sai
me pija brutto, perdo la pazienza,
te vengo a pìa, io nun ce resto senza
de te, me manchi Giggi, già me manchi assai.
Giggi nun so che ddi’, so solo piagne.
Me la vorebbe prenne co quarcuno,
me guardo ‘ntorno: tutta Roma piagne.
Te vorebbe strillà, pijatte a botte,
ma ce lo so che nun è corpa tua.
È la bojaccia Morte che ce fotte.
Marina Pierani


Questa poesia è stata scritta dall'autrice ed amica del blog "Inezie essenziali"; mi piace il tono diretto e senza preamboli, così come sarebbe paiaciuto anche a lui essere apostrofato.

Sono già state spese infinite parole di addio, di saluto e di rimpianto su questo artista senza aggettivi a cui ne sottolineo due già menzionati da Marina: unico, unico e irripetibile!

Desidero ricordarlo attraverso uno sceneggiato televisivo degli anni Settanta: "L'amaro caso della baronessa di Carini"; in quell'occasione mi entrò nel cuore. Non vi partecipò in qualità di attore, ma come interprete della colonna sonora, la ballata omonima per l'appunto.

Il ricordo della trama per me sconvolgente allora, ma anche adesso, era veicolato soprattutto dalla sua voce profonda ed appassionata che non solo canta, ma recita; è sul palcoscenico come un cantastorie.
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«Chianci Palermu, chianci Siracusa        Pingi Palermo, piangi Siracusa

a Carini c'è lu luttu in ogni casa.              

Attorno a lu Casteddu di Carini,

ci passa e spassa nu beddu cavaleri.

Lu Vernagallu di sangu gintili

ca di la giuvintù l'onuri teni.


"Amuri chi mi teni a tu' cumanni,

unni mi porti, duci amuri, unni?"


Vidu viniri 'na cavallaria.

Chistu è me patri chi veni pi mmia,

tuttu vistutu alla cavallarizza.

Chistu è me patri chi mi veni a 'mmazza.


Signuri patri, chi vinisti a fari?

Signora figghia, vi vegnu a 'mmazzari.


Lu primu corpu la donna cadiu,

l'appressu corpu la donna muriu.

Nu corpu a lu cori, nu corpu 'ntra li rini,

povira Barunissa di Carini.»



6 commenti:

  1. UN saluto al grande Gigi Proietti, un vero signore. Molto bella la poesia. Saluti.

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  2. Tutti belli e comoventi i saluti al grande Gigi Proietti. Tanto amore mi fa gioire come fossero diretti a un mio caro parente e fanno da sponda alle tante barbarie dei giorni nostri.
    Grazie per quanto hai postato.
    Ciao.

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    Risposte
    1. Grazie a te Sari. Sono manifestazioni di affetto da parte di tutti noi.

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  3. Bravissima Graziana, un bellissimo omaggio.
    Poi con la baronessa di Carini di sei superata.
    Grazie per questo gran post. Ciao.

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