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mercoledì 30 settembre 2020

"Il suonatore Jones"

 Da qualche settimana nel condominio di fronte a sinistra, lato cucina, deve essersi stabilito un musicista che suona la tromba.

Non ho ben capito da quali finestre escono le note, ma mi raggiungono puntualmente e quanto le apprezzo, vorrei ringraziarlo.

Passa con assoluta nonchalance da Tristezza, E se domani, a Tequila a tanto altro ancora, da uno stile all'altro, senza una grinza.

Non mi sembra faccia esercizi: troppo esperto. O forse sì, forse che animi serate e ripassi il suo palinsesto?

Non pensavo che il suono della tromba mi piacesse così tanto, senza nessun altro accompagnamento. O forse è il signore veramente esperto. Signore? Ma non potrebbe essere una signora? Non sono esente da pregiudizi. Alle 12, 00 le signore che sono in casa armeggiano coi fornelli... Questo ho sullo sfondo evidentemente.

Lo scoprirò presto.

Mi sovviene il GGG, il Grande Gigante Gentile che soffiava i sogni belli ai bambini con la sua tromba nelle camere dell'orfanotrofio.

Intanto l'ho chiamato il suonatore Jones. 


Considerazioni in fase 3: una cerimonia funebre

 Nelle scorse settimane ho partecipato all'ultimo rito di commiato terreno: un funerale, appunto.

Tutti con le mascherine, tutti distanziati in chiesa, molti fuori sul sagrato con le casse acustiche le quali consentivano la partecipazione anche dall'esterno.

Il primo elemento che ho percepito: il silenzio.

Inoltre il senso pensoso e raccolto delle persone perché hanno parlato solo gli occhi.

Al termine, istintivamente ci siamo messi tutti in circolo intorno al feretro e ai familiari: niente baci, niente strette di mano, ma solo silenzio e sguardi intensi.

Successivamente, le figlie della defunta, lentamente, scorrendo i nostri occhi, hanno pronunciato brevi frasi di ringraziamento, senza fretta, con lunghe pause di silenzio.

Infine, sempre con lenta calma, dopo il feretro, un pacato defluire di tutti noi partecipanti, dopo un reciproco scambio di sguardi bagnati e loquaci.

Ora: il funerale accompagna un evento tristissimo, ne è l'epilogo esteriore, non può certamente definirsi bello. Ma questa volta ho visto il trionfo dell'interiorità, senza eccezione alcuna. 
Proprio il covid ce lo doveva insegnare?

martedì 29 settembre 2020

29 settembre

 
 Canzoncina leggera, ma che magnifici ricordi ad essa ancorati. 

 Movimenti studenteschi 

 Collettivo femminista 

 Primi scioperi 

 Primi innamoramenti

giovedì 24 settembre 2020

Il primo giorno di scuola in tempo di Covid

Nella mia regione oggi le scuole riaprono i battenti.

Una riapertura diversa, singolare, dopo ben sette mesi di chiusura.

la notte precedente la riapertura è sempre stata insonne, fino all'ultimo anno di servizio. Era un tripudio di emozioni che tenevano a bada l'amato Morfeo. Entusiasmo alle stelle al solo pensiero di rivedere gli alunni o di conoscerne di nuovi. Aggiungo il grande piacere dell'incontro con le colleghe con le consuete brevi chiacchierate prima di cominciare.

Questa volta, alle emozioni di sempre, si sarebbe aggiunto un sentimento dominante, il senso della precarietà e dell'incertezza.

Ecco uno degli innumerevoli lasciti del Covid 19: il senso di precarietà, la non certezza, l'impossibilità di sapere o prevedere cosa sarà, fino a quando e come.

Tutto fino ad ora è stato scoperto e compreso solo vivendo; e così sarà per altri mesi; quanti? non è dato saperlo né prevederlo.

La precarietà è un elemento insito nella vita stessa, indipendentemente da questo covid. E' che ci siamo disabituati a pensare alla sua invisibile presenza. Ci si è mossi sempre con estrema sicurezza, come se l'imprevedibile o l'imponderabile non ci riguardasse. Talvolta a livello privato o personale uno scossone fuori programma ce lo ha ricordato, ora lo scossone è planetario. Pervade tutti i settori. Situazione non semplice che impone la gestione di tale complessità, volenti o nolenti; direttamente o indirettamente.

Agli insegnanti tutti e alle mie colleghe in particolare auguro il dominio di tutte le incognite del momento, focalizzando solo i problemi del qui ed ora, con una progettualità che non vada oltre le 24 ore, possibilmente con inventiva e creatività e con quel pizzico di ironia che conserva il sorriso e la serenità. 

Credo che tale senso di precarietà, così a lungo vissuto, si insinuerà nella nostra sfera valoriale e ci renda persone migliori, anche se a un prezzo elevato.


sabato 19 settembre 2020

La nuova piattaforma blogger

Da ieri mattina non riesco a ripristinare la vecchia versione, indi per cui dovrò interfacciarmi con la nuova ob torto collo che, come preannunciato, presto sarebbe stata definitiva

Perché non ho simpatia per la nuova versione?

Perché la trovo meno funzionale della precedente anche se mi sono abituata.

Il "Visualizza blog" si trova relegato in fondo a sinistra e spesso non visibile, se non facendo scorrere la pagina; mi è stato insegnato e trovo più accessibile che il pulsante che rimanda a qualsiasi home dovrebbe essere immediatamente visibile per un immediato orientamento; esattamente come nella versione precedente: in alto a sinistra.

Veniamo all'elenco dei post: trovi solo un elenco di titoli, ma non visibili le opzioni modifica, visualizza, elimina. Vaghi qualche secondo, poi, casualmente sorvolando con il mouse sui titoli stessi, ti appaiono a destra le stesse iconcine di gmail e dei vari dispositivi (pubblica, elimina ...); il puntatore del mouse ne dà conferma.

Altra osservazione: se modifichi un post e lo aggiorni, non trovi qualcosa come torna al post e nemmeno visualizza blog, ma una freccia con il logo blogger che ti rimanda all'elenco post e in fondo alla pagina, il famigerato visualizza blog... Mah. Può darsi che io non veda, ma se non vedo significa anche che le funzioni non sono evidenti.

Non è un problema e soprattutto non è attaccamento al vecchio a scapito del nuovo, ma mi sembra una questione di funzionalità rispetto all'utente blogger che può essere superesperto o meno.

Ok! La maestrina rompiscatole con la sua mania didascalica può tornare alle sue faccende.

Buon fine settimana a tutti


venerdì 11 settembre 2020

Referendum confermativo del 20 e 21 settembre

Come si vota?

Innanzi tutto : andiamo a votare. Anche se non è necessario raggiungere il quorum, andiamo a votare.

Vogliamo il taglio del 36% di entrambi i rami del Parlamento? Il nostro voto sarà SI.

Vogliamo che il numero di deputati e senatori resti lo stesso? Voteremo NO.

Mi piacerebbe conoscere l'orientamento della blogosfera, col massimo rispetto verso il pensiero di tutti.

A  lungo sono stata orientata verso il NI, ma lentamente si sta facendo strada in me la via del NO.

Grazie anticipatamente a chi lascerà un commento. Apprezzerò anche il silenzio. Al prossimo post.


venerdì 4 settembre 2020

I frutti dell'estate: ho imparato a volare.

Ebbene sì: il battesimo dell'aria si è compiuto. Quasi un miracolo.

Era fine giugno quando mia figlia esordisce:
"Noi andiamo a Siracusa per due settimane, saremo lì dal 23 luglio all'otto di agosto. Vuoi venire anche tu con papà così prendi finalmente questo benedetto aereo e ne approfitti per tornare a Noto e fare una bella rimpatriata con i nostri amici di sempre che vi aspettano da più di un decennio?

Cerco con lo sguardo l'approvazione di mio marito e poi:
- Sì, prenota subito pure per noi, però noi si torna prima; due settimane per me sono troppe.

C'è il volo di ritorno per il 3 agosto infatti.

La vacanza lunga non fa per me. Amo le vacanze brevi; brevi e frequenti sarebbe l'ideale;  toccata e fuga, poi il ritorno alla tana.

Dio mio, ho detto di sì, ma sono pazza? E la mia antica paura di volare? Che fine avrà fatto? Ho detto veramente di sì?! quindi ho deciso? Volerò!?!? ... Ma poi ... Mancano quasi due mesi, avrò tempo di chiedere al medico qualcosa che mi attenui i riflessi e che mi rimbambisca un po'.

Arriva l'ultima settimana; penso al miracoloso farmaco antipanico che mi dovrei procurare, ma la voglia di andare dal medico, l'dea di sottopormi all'estenuante fila anticovid mi frena non poco; ne parlerò col farmacista, vediamo cosa mi propone.

- Signora cara, i farmaci cui allude non glieli posso concedere senza ricetta, al limite le suggerisco qualcosa di più naturale, un confetto di valeriana, per un viaggio breve può bastare. Ma poi, mi permetta, se ha accettato di volare, lei ha già vinto la sua paura, è già a 3/4 del viaggio, manca solo la parte finale... Mi creda ... Un po di training, un pizzico di autocontrollo ... E via...

Arriva il giorno della partenza. Notte dal sonno intermittente, ma è nella norma, sarebbe stato così anche se fossi andata in automobile.

Arrivo in aeroporto. Una strana tranquillità si impossessa di me. Seguo con attenzione le fasi di imbarco. Guardo compiaciuta la tranquillità degli altri compagni di viaggio. Qualche messaggio con gli altri figli palesemente in apprensione per me, sebbene apparentemente tranquilli e scherzosi sulle mie vesti di  nuova viaggiatrice. Tengono compagnia alla mia attesa per tenere a bada un'ansia che non c'è. Mi piace e sto al gioco.

Finalmente sulla pista. Mi appresto a salire, con la calma di un viaggiatore consumato, salgo e prendo posto vicino a mia figlia. Ho con me un libro mai letto "Racconti di un pellegrino russo", rispondo al saluto gentile degli assistenti di volo. Allaccio le cinture e ascolto con voluto distacco i comportamenti da tenere in caso di emergenza.

Si decolla finalmente. Una sensazione piacevole si impossessa di me. Sento il rullo ovattato dei motori, cerco l'adrenalina che stranamente non trovo, mi assale il rilassamento precursore del sonno che ovviamente tengo lontano. Voglio consapevolezza. Converso con mia figlia, è un piacere avere questo tempo senza interferenza con lei. Me lo godo a piene mani. Le sono grata. Le voglio un bene infinito. Mi sento figlia. Senza di lei e senza la sua determinazione non avrei volato. Pensavo che mai avrei guardato dal finestrino, invece ora quasi lo rimpiango.

Guardo mio marito e il compagno di mia figlia entrambi tra le braccia di Morfeo. Rido divertita e compiaciuta.

Oh... Uno strano dolore ai timpani mi sorprende.
- Abbiamo iniziato la discesa. Stiamo per atterrare. Fra poco sentirai il rumore del carrello dopodiché toccheremo il suolo.

Nooooo!!! Ma già siamo arrivati??? Ma sono già trascorsi 90 minuti??? Ma non siamo saliti adesso ??
- Ora sai di cosa ti sei privata? - Ride divertita mia figlia.

Sono nell'intimo grata al comandante Fernandez per questo volo meraviglioso e alle condizioni atmosferiche che lo hanno permesso.

Qualcuno mi aveva detto "Cerca di non farti tormentare al pensiero del viaggio di ritorno e goditi la vacanza".
Ma chèeee, mi godrò la vacanza, ma il pensiero del ritorno non mi spaventa affatto, anzi, paradossalmente non vedo l'ora.

E' giunta l'ora. I ragazzi ci accompagnano a Catania, ma proseguono per Taormina. L'aeroporto è molto intuitivo nella sua struttura e nei suoi spazi, ma molto più grande di quello di Pescara; mi lancio con sicurezza nelle fasi di imbarco che ho tenuto a mente mentre mio marito mi segue e mi lascia fare. Constato di essere in grado di muovermi da sola, con l'ntima soddisfazione successiva a un nuovo apprendimento.

Si vola! Questa volta al finestrino!

Guardo in basso con decisione.

Ohhhh!!!!! Meraviglia .... La punta del Faro sembra salutarmi... Mi commuovo anche adesso al ricordo. L'emozione cresce ancora di più alla vista frastagliata del versante Nordoccidentale ...

Le Eolieeeee!!!! Stromboli con la nuvoletta di fumo bianco ... Strombolicchio ... I faraglioni ... La costa calabra!!!!!

Poi piano piano ciuffi di nuvole bianche, a mo' di panna montata, aggrappate a cime e promontori ... e poi spazio ... Spazio infinito.

Con la velocità del viaggio precedente arrivo alla mia Itaca:
Il nostro variopinto porto turistico!
Il ponte del mare!
Il quartiere della mia scuola!
La mia abitazione da ragazza! 
Il santuario del Cuore Immacolato!
Il ponte Risorgimento!
Le torri di Camuzzi!
Il ponte Ennio Flaiano!
costruzioni lego di casupole e palazzi!
L'aeroporto.

Il novello Icaro può tornare a casa con il cuore gonfio di gioia.

giovedì 3 settembre 2020

I frutti dell'estate: le nuove relazioni

E' trascorso un mese dal mio ritorno dalla Sicilia. Eppure, nonostante gli impegni oggettivi, la ripresa della mia quotidianità, talvolta mi ritrovo ancora lì, a Noto.

Di tanto in tanto mi capita ancora di dirigermi all'ingresso/cucina della mia dimora netina, ma mi trovo nel corridoio e, dopo una manciata di secondi , mi rendo conto che sono a casa mia, a Pescara, con piacere e rammarico ad un tempo.

Quanto mi piace la Sicilia e Noto in particolare. Vi respiro calore, calore di un sole asciutto che ti avvolge, ti abbraccia, ti cura; calore della sua pietra calda che accarezza il tuo cammino, avvolge la tua pelle; calore delle persone: gli amici che non vedevi da tempo, quelli che hai appena conosciuto, i passanti, sorridenti, ammiccanti, curiosi.

Voglio parlare di Corrada Cascino, la proprietaria della casa vacanza: sorriso e sguardo diretto; la prima accoglienza la scorgi nel suo viso. Ti aspetta in strada, vicino casa, anche se non la conosci, non ti confondi, non può che essere lei: i suoi occhi attenti ti trovano tra i veloci automobilisti che percorrono in senso unico Via Giovanni Aurispa. Ti porge le chiavi affinché sia tu ad aprire la tua momentanea dimora perché ti dice: "Ora è casa sua, prego!"

Entri e sul tavolo ti attira un'elegante e trasparente fruttiera carica di doni della terra del Sole: limoni, pere mandorle ... Dolcetti tipici. Guardi oltre e scorgi in un fiorito bicchiere, menta, salvia, rosmarino, prezzemolo, basilico: erbette aromatiche che ti accompagnano per tutta la tua permanenza, a irrorare di sole e di profumi i veloci piatti che prepari.

Ambiente superpulito e curato in mille dettagli; candida biancheria dal profumo di bucato, quello che minimamente non avresti immaginato di trovare è lì, a portata di mano, utensili che ti cercano ancor prima che il tuo pensiero si formuli.
Oltre alla estrema funzionalità degli ambienti, trovi anche il gusto dei particolari, la sapiente scelta dei quadri, una piccola biblioteca che può confortare gli eventuali momenti vuoti, i pezzi di arredamento assolutamente nuovi con quelli che raccontano la sua tradizione famigliare; in definitiva una compagnia costante e discreta che si unisce al premuroso messaggio del mattino: "Buongiorno! Come procede? Tutto bene?"

Una persona che in pochi giorni di soggiorno,  è entrata nella cerchia dei miei interlocutori ed amici, ancora adesso che l'estate sta finendo.


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