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venerdì 4 settembre 2020

I frutti dell'estate: ho imparato a volare.

Ebbene sì: il battesimo dell'aria si è compiuto. Quasi un miracolo.

Era fine giugno quando mia figlia esordisce:
"Noi andiamo a Siracusa per due settimane, saremo lì dal 23 luglio all'otto di agosto. Vuoi venire anche tu con papà così prendi finalmente questo benedetto aereo e ne approfitti per tornare a Noto e fare una bella rimpatriata con i nostri amici di sempre che vi aspettano da più di un decennio?

Cerco con lo sguardo l'approvazione di mio marito e poi:
- Sì, prenota subito pure per noi, però noi si torna prima; due settimane per me sono troppe.

C'è il volo di ritorno per il 3 agosto infatti.

La vacanza lunga non fa per me. Amo le vacanze brevi; brevi e frequenti sarebbe l'ideale;  toccata e fuga, poi il ritorno alla tana.

Dio mio, ho detto di sì, ma sono pazza? E la mia antica paura di volare? Che fine avrà fatto? Ho detto veramente di sì?! quindi ho deciso? Volerò!?!? ... Ma poi ... Mancano quasi due mesi, avrò tempo di chiedere al medico qualcosa che mi attenui i riflessi e che mi rimbambisca un po'.

Arriva l'ultima settimana; penso al miracoloso farmaco antipanico che mi dovrei procurare, ma la voglia di andare dal medico, l'dea di sottopormi all'estenuante fila anticovid mi frena non poco; ne parlerò col farmacista, vediamo cosa mi propone.

- Signora cara, i farmaci cui allude non glieli posso concedere senza ricetta, al limite le suggerisco qualcosa di più naturale, un confetto di valeriana, per un viaggio breve può bastare. Ma poi, mi permetta, se ha accettato di volare, lei ha già vinto la sua paura, è già a 3/4 del viaggio, manca solo la parte finale... Mi creda ... Un po di training, un pizzico di autocontrollo ... E via...

Arriva il giorno della partenza. Notte dal sonno intermittente, ma è nella norma, sarebbe stato così anche se fossi andata in automobile.

Arrivo in aeroporto. Una strana tranquillità si impossessa di me. Seguo con attenzione le fasi di imbarco. Guardo compiaciuta la tranquillità degli altri compagni di viaggio. Qualche messaggio con gli altri figli palesemente in apprensione per me, sebbene apparentemente tranquilli e scherzosi sulle mie vesti di  nuova viaggiatrice. Tengono compagnia alla mia attesa per tenere a bada un'ansia che non c'è. Mi piace e sto al gioco.

Finalmente sulla pista. Mi appresto a salire, con la calma di un viaggiatore consumato, salgo e prendo posto vicino a mia figlia. Ho con me un libro mai letto "Racconti di un pellegrino russo", rispondo al saluto gentile degli assistenti di volo. Allaccio le cinture e ascolto con voluto distacco i comportamenti da tenere in caso di emergenza.

Si decolla finalmente. Una sensazione piacevole si impossessa di me. Sento il rullo ovattato dei motori, cerco l'adrenalina che stranamente non trovo, mi assale il rilassamento precursore del sonno che ovviamente tengo lontano. Voglio consapevolezza. Converso con mia figlia, è un piacere avere questo tempo senza interferenza con lei. Me lo godo a piene mani. Le sono grata. Le voglio un bene infinito. Mi sento figlia. Senza di lei e senza la sua determinazione non avrei volato. Pensavo che mai avrei guardato dal finestrino, invece ora quasi lo rimpiango.

Guardo mio marito e il compagno di mia figlia entrambi tra le braccia di Morfeo. Rido divertita e compiaciuta.

Oh... Uno strano dolore ai timpani mi sorprende.
- Abbiamo iniziato la discesa. Stiamo per atterrare. Fra poco sentirai il rumore del carrello dopodiché toccheremo il suolo.

Nooooo!!! Ma già siamo arrivati??? Ma sono già trascorsi 90 minuti??? Ma non siamo saliti adesso ??
- Ora sai di cosa ti sei privata? - Ride divertita mia figlia.

Sono nell'intimo grata al comandante Fernandez per questo volo meraviglioso e alle condizioni atmosferiche che lo hanno permesso.

Qualcuno mi aveva detto "Cerca di non farti tormentare al pensiero del viaggio di ritorno e goditi la vacanza".
Ma chèeee, mi godrò la vacanza, ma il pensiero del ritorno non mi spaventa affatto, anzi, paradossalmente non vedo l'ora.

E' giunta l'ora. I ragazzi ci accompagnano a Catania, ma proseguono per Taormina. L'aeroporto è molto intuitivo nella sua struttura e nei suoi spazi, ma molto più grande di quello di Pescara; mi lancio con sicurezza nelle fasi di imbarco che ho tenuto a mente mentre mio marito mi segue e mi lascia fare. Constato di essere in grado di muovermi da sola, con l'ntima soddisfazione successiva a un nuovo apprendimento.

Si vola! Questa volta al finestrino!

Guardo in basso con decisione.

Ohhhh!!!!! Meraviglia .... La punta del Faro sembra salutarmi... Mi commuovo anche adesso al ricordo. L'emozione cresce ancora di più alla vista frastagliata del versante Nordoccidentale ...

Le Eolieeeee!!!! Stromboli con la nuvoletta di fumo bianco ... Strombolicchio ... I faraglioni ... La costa calabra!!!!!

Poi piano piano ciuffi di nuvole bianche, a mo' di panna montata, aggrappate a cime e promontori ... e poi spazio ... Spazio infinito.

Con la velocità del viaggio precedente arrivo alla mia Itaca:
Il nostro variopinto porto turistico!
Il ponte del mare!
Il quartiere della mia scuola!
La mia abitazione da ragazza! 
Il santuario del Cuore Immacolato!
Il ponte Risorgimento!
Le torri di Camuzzi!
Il ponte Ennio Flaiano!
costruzioni lego di casupole e palazzi!
L'aeroporto.

Il novello Icaro può tornare a casa con il cuore gonfio di gioia.

10 commenti:

  1. Bellissimo racconto. Brava! I racconti del Pellegrino russo sono splendidi, a mio parere.

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    1. Sì, me li ha donati una collega e pensavo di leggerli in volo per sedare le mie paure. Non ce n'è stato bisogno ma lo farò in questi giorni. Grazie ...

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  2. Sicuramente affronterai serenamente, i prossimi viaggi in aereo.
    Saluti a presto.

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  3. Condivido questa paura del volo, soprattutto nel momento del decollo e dell'atterraggio.

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    1. Soprattutto nel decollo e nell'atterraggio. la mia però era una paura del tutto irrazionale, lo stare con i piedi sollevati da terra, sfidare la forza di gravità, affrontare l'ingovernabile, questo per me è stato inconcepibile fino ad ora. Ora ho rotto il ghiaccio, perché la ellezza supera la paura.

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  4. A volte ci creiamo delle barriere che una volte superate ci aprono mondi meravigliosi, bisogna sempre osare.

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    1. Verissimo, mia cara. Vola solo chi osa farlo! Il vecchio Zorba insegna.

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  5. La tua è un'estate piena di emozioni. Che bello vincere, vincersi senza costrizioni.
    Complimenti.
    Ciao!

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    1. E' vero Sari. Il nostro Golia principale è in noi stessi.
      Ho visto il tuo commento dopo due settimane abbondanti. Grazie.

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